Nadelhorn
4327 m. - Stecknadelhorn
4242 m. - Hohberghorn 4219 m. - Dürrenhorn 4034 m.
Con il nome Nadelgrat si indica la cresta che da Nadelhorn si abbassa a Nordovest verso il Galenjoch e che rappresenta l’estremità settentrionale dell’imponente catena dei Mischabel.
Delle quattro cime oltre i quattromila metri di questa catena montuosa che separa la Valle di Saas dalla Mattertal, solo il Nadelhorn può rivendicare una propria autonomia.
Le altre vette solo di rado vengono scalate separatamente.
Ognuna di esse ha tuttavia la sua prima ascensione di cui riportiamo i particolari.
Nadelhorn - 4327 m. Con partenza dal Windjoch ebbe luogo la prima scalata da parte di Joseph Zimmermann, Alois Supersaxo, Baptist Epiney e Franz Andenmatten il 16 settembre 1858.
Stecknadelhorn - 4242 m. La sua prima scalata fu compiuta da Oscar Eckenstein e Matthias Zurbriggen l’8 agosto 1887 con partenza dall’Hohberggletscher. E’ interessante la parete Nord, alta 350 m. e con pendenza fino a 50 gradi.
Hohberghorn - 4219 m. I primi scalatori furono R. B. Heathcote, Franz Biener, Peter Perren e Peter Taugwalder (figlio). Presenta una parete Nordest con buone condizioni, inclinazione massima di 50 gradi e altezza 320 m. la quale si può scalare in 2 ore.
Dürrenhorn - 4034 m. Con la traversata del massiccio del Dürrenhorn inizia oppure termina il Nadelgrat. La salita più facile è quella offerta dalla cresta Sudest a partire dall’Hohbergjoch. La cresta Nord, che inizia al Dürrenjoch, è un po’ più difficile e molto più lunga. I primi salitori Albert Frederick Mummery e William Penhall con Alexander Burgener e Ferdinand Imseng attaccarono la cresta il 7 settembre 1879 partendo dal Dürrenjoch.
La traversata del Nadelgrat è considerata fra le più affascinante delle Alpi occidentali.
La traversata dalla Lenzspitze al Nadelhorn fu compiuta nel 1886 da Harold Ward Topham con Xaver Imseng e Aloys Supersaxo. La costruzione della Domhütte nel 1890 permise di prendere in considerazione spedizioni più ambiziose (il rifugio Mischabel fu costruito nel 1903) ed è da lì che partì la cordata, condotta dalla guida dell’Engadina Christian Klucker, che nel 1892 portò a termine la traversata Hohberghorn-Lenzspitze. La traversata Lenzjoch-Dürrenhorn, compiuta nel 1896 dal birraio viennese Moritz von Kuffner con Alexander Burgener, fu allungata nel 1916 da Adrian Mazlam e Josef Knubel che giunsero fino al Dürrenjoch e scesero lungo il Galengrat.
Nel 1927, poco dopo l’apertura del Rifugio Bordier, l’intera cresta dal Galenjoch al Lenzjoch fu scalata (in salita) dal cartografo svizzero Marcel Kurz con Josef Knubel. Allora la Nadelgrat, in una di queste combinazioni, è divenuta una delle più prestigiose traversate delle Alpi occidentali.
Successivamente sono stati seguiti altri percorsi: Lenzspitze – Nadelhorn – Hohberghorn o Dürrenhorn, se si ha tempo a sufficienza. Dall’Hohbergjoch si scende al Riedgletscher superiore, a circa 3800 metri e tenendo la destra si ritorna alle Mischabelhütten attraverso il Windjoch. Il canalone che conduce dall’Hohbergjoch al Riedgletscher può costituire in presenza di ghiaccio la parte più difficile dell’ascensione (evitare le rocce marginali). Il percorso per la Mischabelhütte (a sinistra) è preferibile a quello per il rifugio Bordier.
Se si è scelta come base la Domhütte e si è inserita la Lenzspitze nell’escursione ( si dovrebbe raggiungere la cima entro le 10), si passa ugualmente per l’Hohbergjoch o sul o sul Dürrenhorn; in tal caso tuttavia si ritorna alla Domhütte attraverso l’ Hohberggletscher e il Festijoch.
L’invitante canalone, che dallo Stecknadelhorn e Hohberghorn scende all’Hohberggletscher, talvolta nel pomeriggio viene colpito da scariche di sassi. Non deve essere preso in considerazione come scorciatoia.
Man mano che ci si allontana dal Nadelhorn diminuisce la friabilità della roccia del Nadelgrat.
Provenendo dal rifugio Bordier, ovvero in direzione opposta, il percorso completo dal Galenjoch comprende il Dürrenhorn. L’accesso al Galenjoch è ostacolato da crepacci. Anche il canalone dal Riedgletscher al Dürrenjoch è sconsigliabile; è più opportuno salire all’Hohbergjoch dal rifugio Bordier per il Riedgletscher, sebbene anche qui si incontrino crepacci. Lungo questa via si effettua il ritorno dal Nadelhorn passando per il Windjoch e il Riedgletscher.
Se la Lenzspitze è presa come obiettivo a sé stante, il Nadelhorn sarà la prima vetta della giornata, per la traversata. Dalla Mischabelhütte quattro ore dovrebbero bastare per attraversare lo Hohbalmgletscher e scalare il Nadelhorn per la cresta Nordest. Se il Nadelhorn è già stato salito come parte dell’ascensione alla Lenzspitze, è possibile traversare direttamente allo Stecknadelhorn dalla parte superiore della cresta Nordest (spesso vi è una traccia ben definita). In questo modo si risparmiano circa quaranta minuti, ma si toglie un po’ d’interesse panoramico alla scalata.
Quando siamo sul Nadelhorn circa tre ore e mezzo ci separano dal Dürrenhorn e appena tre dall’Hohbergjoch, il punto più vicino per una discesa discretamente agevole dalla cresta. Ho già sconsigliato la discesa Stecknadeljoch – Hohberggletscher (pericolo di scarica di sassi, crepaccia terminale); è da prendere in considerazione solo in casi di emergenza. Tuttavia anche le discese da entrambi i lati dell’Hochbergjoch presentano delle insidie.
Dalla vetta del Nadelhorn ci dirigiamo verso la cresta Nordovest. In presenza di neve i becchi rocciosi e quindi i punti di ancoraggio ad essi connessi rimangono nascosti. In tal caso ci si può tenere un po’ più a destra lungo il fianco.